Terza tappa Bilbao-Colindres Km percorsi 82
Finora dal punto di vista altimetrico il giro è stato davvero tosto. Abbiamo pedalato nei paesi Baschi, una regione Spagnola molto “nervosa”, con strappi micidiali. I paesi Baschi sono famosi anche per la voglia di indipendenza dalla nazione che le persone di qui sentono fortemente. Una persona di questo posto non vi dirà che è Spagnola, vi dirà che è Basca. Comunque, al di là di tutto, dopo i Paesi Baschi c’è la Cantabria ed è lì che arriveremo oggi. La Cantabria per fortuna sarà più pedalabile e più dolce a detta delle persone che abbiamo incontrato negli albergue. Ma dobbiamo ancora arrivarci.
Buenos dias!!!
È Pedro l’hospitalero che alle 7 in punto accende la luce e sveglia tutta la camerata. Per oggi questa è la nostra sveglia. Non abbiamo bisogno delle nostre. Il risveglio quindi non è dei migliori anche perchè Pedro è simpatico sì, ma non è una bella ragazza. Cerchiamo quindi di addolcire la mattinata con una bella colazione abbondante (rigorosamente gratis) insieme a Ania e William. Faccio anche una bella foto di rito.
Alle 8.30 siamo pronti per partire. Dopo tutte le scale di ieri si scende subito per un bel percorso sterrato. Appena giù, però, impattiamo contro il primo muro della giornata. Una salita tremenda al 20% fisso. Presa a freddo poi. È come essere svegliati da Pedro in un certo senso. Anzi essere svegliati da Pedro è 1000 volte meglio. Arrivo su dopo 3 km che grondo sudore come se avessi fatto un giro di 200 km. Ne abbiamo fatti 5 in tutto finora.
Per fortuna le cose migliorano decisamente perché una volta scesi il percorso prosegue su una ciclabile favolosa. Anzi dire ciclabile è riduttivo. Questa è proprio l’autostrada dei ciclisti. Ci sono ben 3 corsie: una per chi corre a piedi e 2 per chi va in bici in entrambe i sensi. Uno spettacolo. Incontriamo moltissime persone sulla pista: gruppi di ciclisti in bici da corsa, Mountain bike, squadre di corridori… Chissà quanti campioni avremmo sfornato noi in Italia se avessimo avuto a disposizione strutture di questo tipo. Ah, e la pista non è di 2-3 km ma di ben 25 km. Anche qualcosa in più ma 25 sono quelli che percorriamo noi. Un vero paradiso.
E il bello è che la pista finisce direttamente sul mare. Una bella foto qui ci sta tutta.
Riprendiamo a pedalare quando all’imbocco di una salita incontriamo di nuovo Ania e William. Loro sono passati per la strada e non lungo il percorso del Cammino quindi hanno tagliato un bel po’. Ci facciamo una bella foto e partiamo tutti insieme.
Certo che vedendoli tutti e due mi chiedo quanta forza di volontà hanno: lei che è carica come un mulo, circa 25 kg di roba più la bici, lui anche e per di più pedala in ciabatte!! Pedaliamo per un po’ lungo la salita. Ania mi dice che oggi farà massimo 50 km fino a Castro Urdiales, perché è dal 28 giugno che pedala senza sosta e ha bisogno di una tappa leggera. Salgono su davvero molto lentamente quindi alla fine ci salutiamo definitivamente e li stacchiamo.
Intanto siamo entrati ufficialmente in Cantabria!! E si vede! Finalmente si pedala meglio anche se prima di arrivare di nuovo sul mare c’è una bella salita di qualche km all’8% di media. Mentre pedalo mi chiedo come farà Ania a salire qui. Ma ce la farà di sicuro. Arriviamo anche noi a Castro Urdiales, una località marittima meravigliosa.
Da qui c’è un po’ di asfalto da fare. Sicuramente questo tratto per i pellegrini a piedi è una palla tremenda, per noi invece equivale ad un meritato riposo. Appena però il percorso devia dalla Carretera (la “strada” in spagnolo) e si spinge più verso la costa diventa uno spettacolo. Ci sono dei single track che guardano direttamente sul mare.
Oggi ci fermeremo a Colindres, una città sul mare, e vista la bella giornata speriamo anche di farci un bagno. Per arrivare a Colindres passiamo per Laredo, che ha una spiaggia bellissima. E lunghissima.
Attraversiamo tutto il lungomare e prendiamo un piccolo traghetto che in 10 minuti ci porta a destinazione.
Arriviamo finalmente all’albergue, dove per 10 euro ci daranno anche la colazione. Non male. Anche se siamo stanchi ci cambiamo di corsa e ci fondiamo in spiaggia. Un bagno ora non ce lo toglie nessuno. Peccato solo che l’acqua è freddissima e il sole è sparito. Vabbè. Chiediamo all’hospitalero un posto dove si mangia bene e ci consiglia la locanda di sotto. Andiamo e chiediamo ma ci dicono che la cucina è chiusa, dobbiamo tornare alle 20. Per ingannare il tempo e la fame (sono le 19) prendiamo qualche tapas. Alle 20 ritorniamo e la cucina è ancora chiusa, dobbiamo ripassare tra 30 minuti. Certo che in Spagna la vita serale parte proprio tardi! Abbiamo troppa fame quindi stasera andiamo di tapas… e sangria…
E anche questa giornata è andata!