Settima tappa: Soto De Luina-Vilala
Km 102
Finora ci siamo sempre stupiti del rispetto che il popolo spagnolo ha per i pellegrini. Diciamocelo, il cammino è anche un bel business per loro. Paesini sperduti, che però, essendo attraversati dal cammino, hanno delle fiorenti attività come bar, albergue e ristoranti. Quindi in un certo senso è anche nel loro interesse “trattare” bene i pellegrini. Ma oltre questo c’è da dire che si avverte un rispetto sincero, che va al di là dell’aspetto economico. Persone lungo la strada che ci salutano, che ci offrono acqua, che ci sorridono. Il cammino è qualcosa di più del portare i soldi nelle casse degli spagnoli. Quando ho rotto la catena sono stato soccorso dalla prima macchina che avevo dietro, non la seconda o la decima. La prima. Io stesso credo che al posto del ragazzo al volante non mi sarei fermato. Ora si che mi fermerei. Ma alla fine, come si dice, ogni modo è paese quindi prima o poi qualche testa di cazzo dovevamo anche incontrarla.
La settima tappa non parte proprio alla grande. Primo perché la notte a Soto De Luina è stata molto ma molto umida, quindi i panni stesi la sera prima sono completamente bagnati. Secondo, ma non per importanza, è che partiamo senza fare colazione. Per fortuna rimediamo a tutti e due i problemi. Per i panni risolviamo così.
Per la colazione troviamo il primo bar dopo 5 km e ci spianiamo due mega croissant. Andrea esagera un pò e va di bocadillos con frittata.
Il percorso di oggi è totalmente sulla costa per cui la fatica quasi non si sente perché basta girarsi verso il mare per dimenticare tutto. E per di più è anche una bella giornata. Cosa più unica che rara visto il tempo da cani del nord della Spagna. Oggi il premio per il paese più bello lo vince di sicuro Luarca. Una splendida città sul mare dove ci fermiamo per il solito rifornimento di banane e per un bel timbro. Poi decidiamo di deviare un pochetto dal percorso per salire sulla parte alta del paese per qualche foto. E facciamo bene.
La voglia di farci un bagno è troppo forte quando vediamo la spiaggia e l’acqua cristallina del mare, ma sappiamo che se ora ci fermassimo non saliremo più in bici. Quindi dopo le foto riprendiamo a pedalare.
Dopo un po’ ci fermiamo a prendere qualcosa da mangiare e veniamo passati da una coppia. Bici nuove ipercostose, abbigliamento coordinato e di ottima qualità. Non possediamo lasciarli davanti a lungo. Rimontiamo in bici e li passiamo. Dopo 2 minuti ci fermiamo per una foto.
Veniamo ripassati di nuovo. Sembrano un po’ con la puzza sotto al naso. Riprendiamo a pedalare e ci riavviciniamo. Alla fine comincio a parlare un po’ chiedendo da dove vengono e che giro fanno. Le solite cose. La coppia è tedesca e fanno il cammino interamente stradale perché hanno delle nuovissime bici da strada. Parliamo un pò del più e del meno quando ad un dosso decidiamo di accelerare. Quando ci voltiamo indietro sono spariti. Seminati. Erano quasi simpatici.
Arriviamo a destinazione dopo aver attraversato un ponte lungo quasi un km.
Siamo a Ribadeo, il primo paese della Galizia. Si sente quasi il profumo di Santiago visto che si trova proprio in questa regione. Andiamo all’albergue municipale. 14 posti. Alle 4 del pomeriggio è già strapieno. Dovremo pedalare per altri 8 km e andare a Vilala, dove c’è n’è un’altro. Prima però ci fermiamo un attimo qui all’albergue di Ribadeo. Un ragazzo che suona la chitarra da dio rende ancora più dolce la nostra sosta a base di cioccolata con la bellissima “No ceiling” di Eddie Vedder. Davvero bravissimo. Per essere francese la canta davvero bene. Bravo. È un peccato dover andarcene da questo albergue perché musicalmente era il top. 😀
Proseguiamo il nostro cammino fino a Vilala. Il problema non è che da Ribadeo a Vilala ci sono solo 8 km, ma è il muro da scalare. Come sempre si parla di 10-15%. Arriviamo all’albergue. Ecco uno dei posti sperduti di cui parlavo prima. L’albergue si trova in mezzo al nulla. Alle 20 passerà l’hospitalero a prendere le presenze, speriamo che non arrivino pellegrini a piedi altrimenti siamo fregati. C’è solo un bar vicino all’albergue ma aprirà alle 20. Per fortuna che abbiamo preso da mangiare a Ribadeo perché la fame era davvero troppa.
Il pomeriggio passa fuori dell’albergue a parlare con dei ragazzi italiani. C’è Matteo, che sta studiando medicina. Tutto sembra tranne che uno studente di medicina dato che ha la barba lunga e fuma un pipa. Sembra un hippie degli anni 60. Poi ci sono altri 3 cinquantenni Veneti. Non votano lega nord, quindi per loro non siamo terroni. Anzi, gli stiamo addirittura simpatici e il tempo vola tra una risata e l’altra e una ragazza russa che fa yoga vicino a noi.
Alle 20.30 il bar apre quindi andiamo a prendere qualcosa da bere. Prima però dobbiamo registrarci per dormire proprio dal padrone del bar. E già dai modi che ha si vede che è molto scorbutico. Avrà avuto una giornata storta forse.
Ci sediamo al bancone e beviamo una birra insieme a Matteo.
“Italiani!” Ci giriamo e vediamo una ragazzetta con il cappello rosa con la scritta Italia. Pensiamo che anche lei è italiana ma non lo è. Si chiama Sandra ed è spagnola. Ha 17 anni. Ci ha chiamato per dirci che è stata in Italia e le è piaciuta molto. Già per questo dobbiamo farci una foto insieme.
Ci sta subito simpatica e in un misto italiano spagnolo e inglese facciamo 2 chiacchiere. Rimaniamo letteralmente stupiti dalla maturità di questa ragazza. Ci dice che sta facendo questo cammino da sola. Da sola e senza supporto economico. Una volta i pellegrini affrontavano il cammino così, vivendo delle offerte delle persone che incontravano per la strada. Sandra dorme solo negli albergue donativi, quando non ce ne sono dorme sotto il portico delle chiese. Se ha da mangiare mangia altrimenti cammina. Stasera ha i soldi per dormire (5 euro) perché gli sono stati donati da una signora nei giorni precedenti. Perché fa il cammino in questo modo non ce lo dirà mai. Lo sa solo lei ma credo che abbia i suoi buoni motivi. Ognuno qui sul cammino ne ha.
Ovviamente sentendo la sua storia non possiamo che offrirgli la cena. Il problema è che Sandra è vegetariana e i panini sul menù sono solo con carne o con pesce. Allora Sandra chiede se possibile un panino con un po’ di formaggio e pomodoro. Il barista vuole 5 euro. 5 euro per Sandra sono troppi. Lei non vuole che noi paghiamo così tanto per un panino. Ovviamente per noi non ci sono problemi ma il barista (lo scorbutico) comincia ad alterarsi. Comincia ad offendere Sandra dicendole che è lui che fa i prezzi e che se Sandra continua a parlare non la farà neanche dormire nell’albergue. Per lui il pane sta 3,50, il formaggio e il pomodoro 1,50. Sandra perde e va via dal bar. Noi la seguiamo. Ecco la testa di cazzo della giornata se non dell’intero viaggio.
Troviamo Sandra che mangia mandorle nell’albergue. Vuole per forza che le mangiamo con lei e siamo costretti ad accettare. Non vogliamo farla offendere ma non vogliamo neanche toglierle quel poco da mangiare che ha. Sta di fatto che qualche mandorla dobbiamo mangiarla per forza. Però una ragazzetta che ha camminato per 40 km non può cenare con due mandorle. Io e Andrea ci guardiamo in faccia e al volo capiamo che dobbiamo fare qualcosa. Abbiamo le bici e Ribadeo è a soli 8 km. Diciamo a Sandra che andremo a prenderle qualcosa da mangiare. Lei non vuole ma noi insistiamo e alla fine la spuntiamo noi. Prendiamo le nostre bici e andiamo.
Possiamo dire che questi km sono stati e saranno i più belli percorsi durante il viaggio. Anche se arrivano dopo i 102 odierni, anche se c’è da superare per due volte quel maledetto muro per Ribadeo non c’è problema. È importante che Sandra stasera abbia da mangiare e possa proseguire il suo cammino perché la cosa certa è che ci crede molto e vogliamo che possa arrivare a Santiago.
Voliamo a Ribadeo. Sono quasi le 22 ma troviamo un supermercato con le serrande a metà. Entriamo e compriamo la cena e la colazione per Sandra. Ritorniamo come i fulmini all’albergue. Sandra vuole darci i pochi soldi che ha ma ovviamente non accettiamo. Le facciamo solo compagnia mentre mangia.
Per noi è stata una bella soddisfazione. Ha detto che parlerà di noi sul diario che sta scrivendo lungo il suo viaggio. Noi speriamo solo che si ricorderà di noi come noi faremo di lei: una ragazzina di 17 anni che affronta il cammino in solitaria e senza soldi, con quella determinazione che si vede solo a chi crede davvero in quello che fa.
Per oggi basta così. La luce nella camerata si spegne e le zanzare cominciano a fare il loro lavoro. Mi metto i tappi per non sentirle. Stasera fate di noi ciò che volete ma lasciateci dormire.